A volte ritornano

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Clamoroso al do Dragao: in dieci minuti Ricardo Quaresma stende il Bayern con una doppietta.

Aldilà del risultato, dei tre gol, della prevedibile ondata di retorica che ci colpirà nelle prossime ore – la palla è rotonda, Davide ha battuto Golia, mai dare nulla per scontato nel calcio e compagnia cantante – o dell’altrettanto prevedibile ribaltamento di risultato del ritorno a Monaco di Baviera, della partita di stasera una cosa salta subito all’occhio: Ricardo Quaresma, l’estroso esterno tanto voluto da Mourinho quanto odiato dai tifosi nerazzurri dell’era triplete, ha quasi eliminato il Bayern. Segnando due gol. In dieci minuti. Di cui uno con la trivela. Che detta così può sembrare una barzelletta, ma è tutto vero. Certo, le complicità di Xabi Alonso prima e Dante poi sono evidenti e più che mai determinanti, ma il succo è quello lì.

Che dire? Il mancato gemello di Cristiano Ronaldo, l’uomo che litigò con tutto e tutti al Camp Nou e che probabilmente rappresenta uno degli ultimi veri colpi alla Moratti della storia nerazzurra, ora è tornato a risplendere. Guarda caso proprio al Porto, squadra che più di tutti lo ha saputo capire. Probabilmente la dimensione perfetta per l’estro di un giocatore come el trivela: poche pressioni, campionato tutto sommato abbordabile, ma società comunque importante e soprattutto quasi sempre protagonista delle serate europee. Serate che accendono la luce negli occhi di giocatori come lui, che vivono per inventare ogni giorno un colpo nuovo capace di strappare un “oooh” al pubblico.

Lo so cosa state pensando, prima il pistolotto sulla retorica e poi la più classica delle sviolinate sul giocatore incompreso, tutto genio e sregolatezza, che funziona una volta su dieci ma che se gli gira bene mollalo. E avete perfettamente ragione. Ma sono serate come queste che riconciliano con l’essenza di questo sport: tutto può succedere, per davvero. Per esempio può capitare che un ex futuro campione, davvero promettente da giovane, passato comunque per Barcellona, Inter e Chelsea -anche se raccogliendo più insulti che altro – e finito precocemente a svernare in Turchia prima e addirittura negli Emirati poi, tornato a casa finisca, a 31 anni suonati, per condurre quella che ormai è diventata la squadra della sua vita alla vittoria di un quarto di finale di Champions contro i marziani del tiki-taken teutonico. Acciaccati, decimati e a dirla tutta incappati in una serie di sfortunati eventi, vero, ma pur sempre tra le migliori squadre del mondo.

La doppietta di Quaresma non è altro che l’ennesima dimostrazione che il calcio, quello romantico, resiste a tutto. Ai soldi, al business, al marketing, alla perfezione atletica, tecnica e tattica raggiunta dalle società d’elite dei giorni nostri. Perché puoi metterci tutti i miliardi, il know-how, la potenza e l’organizzazione del mondo, ma in fondo il pallone con cui si gioca è davvero rotondo. E se in campo c’è gente capace di colpirlo in modo contrario rispetto al resto del mondo, imprimendogli così un effetto unico ed imprevedibile, tutto diventa possibile.

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