A Dachau con il vescovo Monari

In pellegrinaggio col vescovo Luciano per fare memoria e rendere testimonianza a coloro che la barbarie nazista ammassò nel campo di sterminio (di lavoro, dicevano i capi) di Dachau, alle porte di Monaco di Baviera. Progettato per ospitare cinquemila deportati, divenne nel tempo uno sterminato campo di morte e violenza in cui gli americani, che il 29 aprile 1945 lo liberarono dall’oppressore, contarono 31.432 persone più altre 36.246 presenti nei cosiddetti sotto campi e distaccamenti: tra queste c’erano 1.200 ecclesiastici di varie nazionalità.
Tra quei preti c’era anche Carlo Manziana, della congregazione dei padri della Pace, arrestato il 4 gennaio 1944 con l’accusa di «essere stato a conoscenza della propaganda clandestina antifascista e di non averne denunciato i responsabili», mandato in Germania dopo essere stato incarcerato a Brescia (con il professor Mario Bendiscioli, l’avvocato Pietro Feroldi, don Domenico Mondini, don Remo Tonoli, l’avvocato Andrea Trebeschi, don Giacomo Vender e altri) e a Verona. Padre Carlo raggiunse il lager di Dachau il 29 febbraio 1944 e vi rimase ben oltre la liberazione. Infatti, per lui, la campana della libertà, suonò il 12 luglio 1945 dopo i due mesi abbondanti in cui, amorevolmente, si era preso cura dei tanti ammalati rimasti nel campo di sterminio.
DAL 25 AL 27 MAGGIO il pellegrinaggio guidato dal vescovo Monari a Dachau e Monaco incrocerà i sentieri tracciati da padre Carlo, da tanti preti ed ecclesiasti di diverse professioni religiose e nazionalità, da tanti laici innamorati della libertà e della democrazia e per questo imprigionati e mandati a morire in quel campo di sterminio.
Don Claudio Zanardini, direttore dell’Ufficio diocesano per il turismo e i pellegrinaggi, presentando l’iniziativa insieme ad Agide Gelatti, presidente dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti e a Barbara Chiodi direttore di Brevivet, ha parlato di «Diocesi in cammino per fare memoria, per pregare sui luoghi della tragedia, per invocare pace, concordia e misericordia, per comprendere ciò che è accaduto e scrivere impegni che impediscano altre tragiche avven ture».
Agide Gelatti, che spera una preghiera che suoni come invocazione di perdono per non aver impedito quella barbarie, ha ringraziato il vescovo Luciano per la disponibilità e rinnovato l’invito a Papa Francesco a visitare il lager di Dachau, per ribadire il bene della pace e insieme ricordare le migliaia di preti e religiosi costretti a consumare la loro vita tra quelle baracche.
Su invito esplicito del vescovo Monari, al pellegrinaggio parteciperanno, in rappresentanza delle rispettive confessioni religiose, la Pastora della Chiesa Valdese Anne Zell, il delegato dell’Esarcato russo di Costantinopoli Vladimir Zelinskj, il delegato della chiesa ortodossa rumena padre George Timis, il rappreengtante della chiesa ortodossa della Moldavia padre Joan Cirlan e Vittorio Robbiati Bendaud, assistente del Rabbino di Milano oltre che attivo interprete del dialogo tra ebrei e cristiani.
IL PELLEGRINAGGIO, suggerito ai sacerdoti ma aperto a tutti, consentirà il primo giorno di visitare Innsbruck, capitale del Tirolo austriaco, e poi Monaco di Baviera. Nel secondo giorno il gruppo guidato dal vescovo visiterà la Sinagoga di Ohel Jakob, meglio conosciuta col nome di «Tenda di Giacobbe», il memoriale della «Rosa Bianca» all’interno dell’Università e poi, nel pomeriggio, il lager di Dachau. Il terzo giorno, dopo la visita all’antica città ducale di Landshut, tristemente nota per aver bandito dalle sua mura, alla metà del secolo XIII, la popolazione ebraica, il gruppo farà ritorno a Brescia.
Per partecipare al pellegrinaggio è necessario iscriversi, entro il 24 aprile, rivolgendosi a Brevivet (telefono 0302895311- E-mail: info@brevivet.it).

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