DACHAU. Uno shock, un momento terribile ma anche emozionante per i liberatori, «il giorno più bello» per i liberati: ancora calde nella memoria di chi allora era giovane, le fortissime sensazioni provate dai soldati americani e dai prigionieri, ebrei e non, sono state rievocate oggi nel 70mo anniversario della liberazione del lager nazista di Dachau, in una cerimonia alla quale ha presenziato anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il campo di concentramento, che sorge accanto all’omonima cittadina a pochi chilometri di Monaco di Baviera, fu il primo creato dai nazisti solo poche settimane dopo la salita al potere di Adolf Hitler, nel 1933, per rinchiudervi ebrei, oppositori politici e altri «indesiderati» del nascente regime. Per Dachau sono passate 200.000 persone, delle quali almeno 40.000 sono morte, prima che fosse liberato il 29 aprile 1945.
«Quando entrammo nel lager 70 anni fa, fu uno shock terribile vedere come voi, i sopravissuti, avevate sofferto per fame, malattie, violenza brutale e temperature rigide», ha detto oggi l’allora soldato semplice Alan Lukens. «Ma non dimenticheremo mai il vostra entusiasmo e il nostro: ci siamo sentiti sopraffatti dalla gioia quando ci avete abbracciati e ci avete regalato una bandiera americana cucita a mano che avevate tenuta nascosta per l’occasione», ha aggiunto Lukens. È stato «il giorno più bello della mia vita», gli ha risposto Jean Samuel, un sopravissuto ebreo che allora aveva circa 20 anni. «Una folla immensa fece festa ai liberatori e come per magia c’erano bandiere di tutto il mondo al vento. Mi sono sentito di nuovo come un essere umano», ha aggiunto Samuel, che potè tornare finalmente a casa in Francia. Da allora «ho messo Dachau in un angoletto della mia memoria». Ma si è ripromesso di votarsi a «testimone dell’incredibile».
La cancelliera Merkel ha ricordato il furto, avvenuto lo scorso novembre e tuttora insoluto, della scritta in ferro battuto «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi) che campeggiava sull’ingresso del campo di Dachau: «Episodi come questo mostrano in modo evidente di come sia importante lavorare ogni giorno per un futuro, ben coscienti della insopprimibile responsabilità della Germania per gli orrori del passato». «Non dimenticheremo – ha aggiunto Merkel – per rispetto delle vittime e per il bene delle generazioni future».